Sfamiglia di Paolo Crepet

Nonostante le volte che mi è capitato di ascoltarlo in tv mi fossi trovata in sintonia, avevo un netto pregiudizio nel leggere un suo libro proprio perché in tv ci andava...
In realtà vale la pena di leggere questo libro di Paolo Crepet perché spinge con forza a riflettere. E' anche di scorrevole lettura con qualche interessante citazione.
Certo è piuttosto (forse giustificatamente) pessimista. Guarda alle famiglie, alla scuola e alla società con un po' di tristezza...
Ma su di me ha avuto un effetto positivo, è stato uno stimolo al miglioramento, un'occasione per "ripassare" un po' quello che non va e per rafforzare certe idee.

Siccome credo che Crepet sia autore da molte copie vendute e non abbia da preoccuparsi per il mio piccolo blog vorrei trascrivere la prima lettera del libro A come Accompagnare perché mi sembra molto poetica:

"[...] Educare è libertà, il resto è addestrare, ammaestrare, indottrinare, inculcare, istruire. L'educare necessita coraggio [...]. Condividere il pane implica riconoscere che ciascun commensale è dotato di dentatura propria, nessuna identica, come impronte di polpastrelli. L'accompagnare prevede una giusta distanza, quella che il contadino sa imporre quando pianta i suoi alberi in modo che ciascuno vada incontro al proprio sole, alla propria neve, al proprio vento, alla propria pioggia. La giusta distanza tra genitore e figlio, tra insegnante e alunno: per poter parlarsi, distinguersi, ascoltarsi, come a una bella tavolata imbandita di gioia e voglia di stare insieme.
Accompagnare non significa necessariamente viversi addosso, in un contatto continuo anche se virtuale; al contrario si può capire davvero di amare un'altra persona solo quando ci si allontana da essa, quando si rispetta il suo desiderio o bisogno di andare. Se si sta sopra un figlio non lo si cresce ma lo si asfissia, gli si toglie la possibilità di cercare la strada verso la luce anche sbagliando, lo si rende inutilmente contorto. Lasciare i figli davanti alla responsabilità dei loro errori senza perderli di vista, ma senza mediare fra ciò che fanno e l'ostacolo incontrato: anche questo significa educare.
Come ad una buona cena non ci si alza troppo presto, una madre o un padre non dovrebbero aver fretta di giudicarsi. Lo potranno fare soltanto nell'ultimo giorno della loro esistenza: se avranno accanto qualcuno che gli carezzerà la fronte e gli racconterà una storia, vorrà dire che se lo sono meritato. Se invece saranno tutti nella stanza del notaio ad aspettare l'apertura della busta, vorrà dire che è quella busta l'unico valore condiviso.
Perché si giudicherà di te seguendo il colore delle tue tracce, dice un proverbio tuareg...E aggiungo, il colore della tracce di chi hai accompagnato in quell'avventura che è il vivere. Accompagnare implica l'arte del vivere."

Nei prossimi giorni scriverò altre due tracce da questo libro. Per oggi concludo con questa frase
"Oggi il fare prevale sul pensare: pensare significa essere liberi. E questo fa paura. Allora si preferisce insegnare invece che educare (ex ducere=tirare fuori il talento di ognuno)"

Commenti

  1. "Educare è libertà..." quanto è vero e quanto è difficile...io ci provo, ci credo e ci provo con tutta me stessa ma dubito di riuscire, sembra una missione impossibile!

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  2. "Pensare significa essere liberi." Bellissima conclusione! Sono giá curiosa dei tuoi prossimi post!
    buona giornata
    Sybille

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  3. Molto bella l'immagine del contadino che pianta gli alberi distanziandoli con cura ... un paragone perfetto direi.

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  4. Anche io ho un certo stupido pregiudizio su Crepet, che in realtà quando sento parlare mi piace, ma il fatto di vederlo in tv e nelle rubriche di certi giornali non mi ha mai ispirato. Certo questa definizione di A come accompagnare è meravigliosa. spero di avere la costanza di ricordarla nel lungo percorso di educazione di Agata.

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  5. Segnato titolo, e speriamo di trovare almeno questo in biblioteca, ultimamente sembra che siano a corto di fondi per rifornirsi...(La nuova amministrazione comunale sta tagliando tutto ciò che è possibile tagliare, specialmente nella cultura.. indovinate che giunta è?)
    Comunque anch'io ho un po' di diffidenza generale da chi si trova sempre in TV, però leggendo il tuo assaggio mi sembra che valga la pena approfondire :)
    GRAZIE!

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  6. p.s. passa dal mio blog che c'è qualcosa per te...

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