I contadini lucani


Carlo Levi in "Cristo si è fermato a Eboli" descrive in modo inquietante i contadini: "Ne conoscevo ormai molti, di questi contadini di Gagliano, che a prima vista parevano tutti uguali, piccoli, bruciati dal sole, con gli occhi neri che non brillano, e non sembra che guardino, come finestre vuote di una stanza buia."

"Essi vivono immersi in un mondo che si continua senza determinazioni, dove l'uomo non si distingue dal suo sole, dalla sua bestia, dalla sua malaria: dove non possono esistere la felicità, vagheggiata dai letterati paganeggianti, né la speranza, che sono pur sempre dei sentimenti individuali, ma la cupa passività di una natura dolorosa. Ma in essi è vivo il senso umano di un comune destino, e di una comune accettazione. E' un senso, non un atto di coscienza; non si esprime in discorsi o in parole, ma si porta con sé in tutti i momenti, in tutti i gesti della vita, in tutti i giorni uguali che si stendono su questi deserti."

Commenti

  1. Mio padre nato nel 1936 durante la Seconda Guerra Mondiale sfollato in un piccolo paese dell'appennino umbro-marchigiano ha potuto per otto mesi vedere e toccare quella povertà e fatica, quella solidarietà fra poveri e un tipo di accettazione della propria vita dovuta al fatto che dalle finestre della propria esistenza questa gente non scorgeva alcun futuro se non di fame e di durissimo lavoro. Quel mondo in Umbria ora non esiste quasi più non perchè lo stato abbia migliorato le loro condizioni di vita semplicemente per la fuga verso la città, le fabbriche, di tutta quella gente che che sperava di non morire avvolta nel sudario della miseria. I nipoti oggi hanno aperto delle aziende che sfruttano quelle terre per guadagnare e vivere più comodamente. Agriturismo, allevamento di cavalli, vecchi ruderi trasformati in case di vacanza per ricchi inglesi, italiani. La natura è stata preservata, il terremoto con gli aiuti statali ha consentito di riciclarsi e di sopravvivere nel migliore dei modi. Il passato in quei luoghi non ha avuto testimoni d'eccezione come lo scrittore Carlo Levi. Ci sono poveri e miserabili che non vogliono ricordarsi quei giorni e la memoria non è custodita neppure dai loro cimiteri, solo da testimoni come mio padre che per un anno con gli occhi di un bambino ha visto vivere e morire per fatica, ignoranza, in solitudine, uomini, donne e bambini lasciati soli da uno stato che neppure conosceva i loro nomi e le loro condizioni. Sai perchè la Lega non ha mai menzionato Carlo Levi? Perchè era un testimone scomodo per le loro teorie e donava ad una regione meridionale la dignità e la pietà attraverso la sua testimonianza. Sai quando lo Stato ricordava i nomi di quei miserabili? Allo scoppio di una guerra o per venderli in cambio di carbone alle miniere del Belgio e della Francia. Quanti ricordano Marcinelle? E Carlo Levi a scuola lo leggono ancora? Se parli di Questione Meridionale o della strage di Portella delle Ginestre in Sicilia quanti ricordano o vogliono informarsi in merito? Complimenti a te che negli ultimi giorni senza retorica bucolica o proclami hai ricordato gli sguardi vuoti come finestre in una stanza buia di esseri umani simili a bestie per le loro condizioni eppure sempre individui con sentimenti propri, con un cuore ed una mente da non dimenticare, mai!

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  2. Mio padre nato nel 1936 durante la Seconda Guerra Mondiale sfollato in un piccolo paese dell'appennino umbro-marchigiano ha potuto per otto mesi vedere e toccare quella povertà e fatica, quella solidarietà fra poveri e un tipo di accettazione della propria vita dovuta al fatto che dalle finestre della propria esistenza questa gente non scorgeva alcun futuro se non di fame e di durissimo lavoro. Quel mondo in Umbria ora non esiste quasi più non perchè lo stato abbia migliorato le loro condizioni di vita semplicemente per la fuga verso la città, le fabbriche, di tutta quella gente che che sperava di non morire avvolta nel sudario della miseria. I nipoti oggi hanno aperto delle aziende che sfruttano quelle terre per guadagnare e vivere più comodamente. Agriturismo, allevamento di cavalli, vecchi ruderi trasformati in case di vacanza per ricchi inglesi, italiani. La natura è stata preservata, il terremoto con gli aiuti statali ha consentito di riciclarsi e di sopravvivere nel migliore dei modi. Il passato in quei luoghi non ha avuto testimoni d'eccezione come lo scrittore Carlo Levi. Ci sono poveri e miserabili che non vogliono ricordarsi quei giorni e la memoria non è custodita neppure dai loro cimiteri, solo da testimoni come mio padre che per un anno con gli occhi di un bambino ha visto vivere e morire per fatica, ignoranza, in solitudine, uomini, donne e bambini lasciati soli da uno stato che neppure conosceva i loro nomi e le loro condizioni. Sai perchè la Lega non ha mai menzionato Carlo Levi? Perchè era un testimone scomodo per le loro teorie e donava ad una regione meridionale la dignità e la pietà attraverso la sua testimonianza. Sai quando lo Stato ricordava i nomi di quei miserabili? Allo scoppio di una guerra o per venderli in cambio di carbone alle miniere del Belgio e della Francia. Quanti ricordano Marcinelle? E Carlo Levi a scuola lo leggono ancora? Se parli di Questione Meridionale o della strage di Portella delle Ginestre in Sicilia quanti ricordano o vogliono informarsi in merito? Complimenti a te che negli ultimi giorni senza retorica bucolica o proclami hai ricordato gli sguardi vuoti come finestre in una stanza buia di esseri umani simili a bestie per le loro condizioni eppure sempre individui con sentimenti propri, con un cuore ed una mente da non dimenticare, mai!

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  3. Grazie Tiziana il tuo commento mi commuove e mi scuote, grazie per averlo condiviso.
    E risponde anche alla mia domanda finale.
    Che tristezza in questi giorni...quando ti rendi conto che le soluzioni ci sono ma non è interesse di nessuno trovarle.

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