I racconti del museo




Termina oggi, ma potrebbe durare ancora molto, il tempo dedicato a Matera e alla realtà contadina del passato.
Realtà che, come ha specificato anche Tiziana nei commenti, e come molti di noi hanno sentito raccontare da nonni e bisnonni, accomuna un po' l'Italia intera. Senza dubbio ci sono sostanziali differenze, dovute anche alla conformità del territorio e alle vicissitudini storiche, ma la vita del contadino, nel passato, era veramente dura.
Ci sarebbe ancora molto da approfondire e da capire, lasciamo il discorso aperto ad altre eventuali opportunità di comprensione.
Per esempio, quello che mi piacerebbe fare nei prossimi mesi, è conoscere meglio la storia della bergamasca.
Sono partita visitando il museo etnografico di Valtorta e in questi giorni ho trovato da mia suocera alcuni libri proprio sulla storia della bergamasca, in particolare tra ottocento e novecento.

La conoscenza di Matera termina con questo affascinante libro di Donato Cascione che potrete trovare a Matera presso il Museo di Civiltà Contadina nel sasso Barisano.
Un museo veramente stracolmo di oggetti storici e con ricostruzioni di ambienti, case e botteghe della Matera di una settantina di anni fa.
Nel libro ci sono fotografie, poesie e brevi racconti che ti portano nella storia della vita reale di quegli abitanti di Matera.

Nella prefazione di Rino Cardone c'è anche una critica a Carlo Levi "che non seppe vivere dal di dentro in maniera duratura. E questo anche quando, uomo ormai libero e parlamentare della Repubblica, avrebbe potuto prodigarsi, costruttivamente, per lo sviluppo di questa realtà."

Queste invece le parole di Ferdinando Mirizzi, sempre in prefazione: "Un passato che induce oggi al silenzio e alla riflessione e che suscita commozione e rispetto al pensiero dei prezzi pagati da generazioni di uomini in quel contesto edilizio e ambientale divenuto col tempo motivo di stupore e intensa suggestione per visitatori di terre e tempi lontani".

L'autore spende invece qualche parola per gli anziani materani, che hanno vissuto la realtà dei sassi, che entrando nel museo hanno diverse reazioni, spesso di rifiuto ma "un numero più consistente di anziani dimostrano di avere maturato un rapporto più equilibrato e sereno con un passato di cui riconoscono molti valori etici, ma non rimpiangono gli stenti, la fatica il dolore".

Come nel racconto di Immacolata, una signora di 75 anni che saggiamente dice: "Quando si scende la china dei ricordi, tutto è più ammorbidito, annebbiato: le immagini della memoria si presentano stemperate: una valvola naturale di sicurezza che attenua il dolore. Allora è anche bello parlare, perché è ormai superato il torrente in cui stavamo annegando...".
Parole che sembrano una poesia.
E di poesie è anche ricco questo testo.

"Ci sono mani che parlano,
trasformano la materia informe,
conoscono la fatica.
Mani che causano gioia e dolore,
danno un volto alla pietra grossolana,
la sinuosità del corpo femminile
ad un ceppo di ulivo,
la parvenza della vita all'anonimo tufo.

Sono pesanti e leggere come farfalle...
E' il miracolo delle mani
che prendono ordini
solo dal cuore antico 
di cui conoscono
saggezza e amore."

MANI - Poesia di Donato Cascione




Commenti

  1. Che bello questo tuo viaggio attraverso le bellezze d'Italia, grazie!

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  2. Bellissimo il tuo reportage e le foto suggestive di Matera. Parole bellissime quelle della donna e del poeta....

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  3. Oggi sono finita nel tuo blog ed ho ritrovato i posti che amo e che sono nel mio cuore.Prima le Marche e adesso,Matera.Che dire...è magica, suggestiva.Ho riconosciuto nelle tue foto i luoghi in cui ho camminato...le case...i sassi...anche il museo di Civiltà Contadina...mi sono sempre chiesta come fosse vivere in quei luoghi un pò di anni fa...

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    1. Mi fa piacere tu sia approdata qui. Ho amato Matera alla follia e mi sono fatta la tua stessa domanda.
      Benvenuta, spero di rileggerti presto!

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