TOGLIAMO IL DISTURBO

Ho appena finito di leggere il nuovo libro di Paola Mastrocola. L'ho letto con voracità e interesse pur ritenendolo prolisso e un poco ripetitivo.
Da pag. 205, il 2° capitolo dell'ultima parte: questo è il libro. Anche qui molto prolisso ma con idee propositive. Condivido, o almeno sto maturando quel pensiero, che non tutti debbano studiare, che ci sono mestieri nobili da rivalutare, che i ragazzi devono sapere che ci si può realizzare in vari modi. E che sia giusto dare spazio anche a chi ha veramente voglia di studiare.
Mi è piaciuto anche perché dà alcune spiegazioni (per es. La Divina Commedia), alcuni riferimenti da approfondire, alcuni nomi di scrittori da conoscere (Némirovsky, Murakami e Szymborska).
Mi piace anche quando dice del sapere che è utile in sé.
E ha ragione anche quando parla della famiglia...anche quando parla di internet (e qui mi sento molto presa in causa e mi ha spinto anche a riflettere su alcune mie abitudini..)
In alcuni punti io non l'ho creduta...Però più ne sento più mi convinco che la vita e le persone di città sono diverse da quelle di paese.
Per esempio che nessuno supera il test d'ingresso...Mia figlia di 9 anni fa pochissimi errori di ortografia, dimenticherà tutto nei prossimi anni?
Conosco anche ragazzi delle medie bravi e motivati: dimenticano tutto l'estate che precede il liceo?
Quest'estate ho conosciuto anche un'insegnante di italiano, storia e latino al liceo scientifico che mi ha detto che nelle sue classi ci sono (molte) ragazze brave e (pochi) ragazzi bravi.
Io ho preso la maturità 18 anni fa e anche allora c'era chi non studiava, chi non faceva i compiti, etc.etc. La differenza è che siamo partiti in 26+4 acquisiti negli anni e siamo arrivati alla maturità in...11. Funziona così oggi?

Credo che parta con tutto un capitolo "contro" i ragazzi ma alla fine ammette con chi ce l'ha: con le scuole elementari e medie e con le famiglie.

Concludo pensando a Leopardi, nel visitare la sua casa a Recanati ho pensato, a parte lui che era un genio, anche i suoi fratelli impararono tanto e bene fin da piccoli. Mi chiedo oggi cosa potrebbero fare i nostri figli se sono lo permettessimo, se solo insegnassimo loro, anche solo un po' di quello che faceva il padre di Leopardi con i suoi figli...

Commenti

  1. ciao
    non ho letto il libro ma ho visto una sua intervista.
    mi sono diplomata nel lontanissimo 88 cominciammo la prima in 30 e finimmo..in 9 ...e per il 95 % eravamo femmine...
    a me la scuola superiore ha fatto passare la voglia di studiare ed ero anche mediamente brava.
    su tutti i professori (e parlo di scuola superiore poiche' all'elematari avevo una maestra giovanissima e molto avanti come metodo...fatto tantissimo teatro...gare di matematica...bellissimo..le medie mmmhhh senza infamia e con qualche lode) ho avuto ed ho ancora stima per 2 insegnati gli altri a posteriori posso dire che erano degli emeriti incapaci, sara' che ho fatto una scuola tecnica (perito aziendale e corrispondente in lingue estere)
    avevo scelto questa scuola per le lingue (dato che la scuola per interpreti era privata e noi in famiglia poveri in canna)
    e mi sono ritrovata una prof di inglese che non sapeva l'inglese ....ma ti pare che se doveva mandarmi fuori dalla porta mi diceva - elena va to take un po' di water?....sono ancora traumatizzata..
    invece la prof di francese...mi ha insegnato il francese....me ne sono accorta quando sono andata a lavorare per una ditta...francese...e l'ho rivalutata a 10 anni di distanza dalla matura
    tutto questo per dire che anche il corpo docente dovrebbe fare autocritica...(ma magari nel libro lo fara' anche?)
    bye bye
    elena
    ps...presa dall'entusiasmo ho comprato l'ebook di "ma come fa a fare tutto.." ..

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  2. No, nel libro non fa la minima autocritica degli insegnanti delle superiori. Critica senza esporsi troppo le elementari e le medie (soprattutto le elementari) ma i prof. delle superiori davvero mai.

    I prof di inglese in Italia sono veramente scarsi, a livello statistico.

    Mi raccontava uno studioso che durante un convegno con tutti i prof di inglese europei gli italiani erano quelli che stavano zitti, perché il loro inglese non era nemmeno paragonabile agli altri....

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  3. Spero ti piaccia...chissà se a rileggerlo piacerebbe ancora anche a me!

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  4. buongiorno!
    l'ho letto in 2 giorni...pero' mi sembra un po' eccessivo...sara' che sono provincialotta.....o magari e' lo stress da metropoli che proprio non mi appartiene (fiuuu)
    ne scrivero' sicuramente sul blog.
    volevo leggerlo perche' vedro' sicuramente il film...dato che sono una piccola fan di sex and the city e di conseguenza di s.j. parker...
    ciao
    elena

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  5. Ho letto diversi libri della Mastrocola e mi sono piaciuti. In particolare mi piacque "La scuola raccontata al mio cane" dove mette in luce l'assurda e inutile burocrazia di cui è piena la scuola che assorbe tempo ed energia che sarebbe molto più proficuo impiegare nelle attività didattiche.
    Ci sono esperienze molto diverse tra scuola e scuola (la Mastrocola insegna al liceo) e anche, come scrivi tu, tra grandi città e provincia.
    Io non credo che alle tue figlie (hai due femmine, vero?) passerà la voglia di apprendere e la cura con cui studiano. Però ti posso assicurare che la gran parte dei maschi tra la terza media e la terza/quarta liceo passano un periodo in cui sembrano refrattari a qualsiasi cosa comporti l'impiego di neuroni (lo conferma l'insegnante che citi).
    Hanno anche troppe distrazioni, troppi stimoli che non possono competere con lo studio solitario sul libro. Su questo ha ragione la Mastrocola.
    Non mi trova invece d'accordo sulla proposta di una scuola di serie A per cittadini di serie A (alla fine quelli del ceto medio/alto, si dica quello che si vuole) e una scuola di serie B destinata a lavori manuali. I ragazzi cambiano e maturano e se poi si accorgono a vent'anni che vorrebbero studiare e laurearsi? Perché precludere loro in partenza questa possibilità solo perchè a 15 non avevano voglia?
    Vorrei una scuola di qualità per tutti almeno fino al biennio delle superiori, che dia delle basi anche solo per capire il mondo e non lasciarsi fregare.

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  6. MAstracola dice facciamo la scuola di serie A fino all'obbligo e poi dividiamo tra la scuola del fare,quella del comunicare e quella del sapere.
    Ma tutte e tre darebbero la possibilità di laurearsi.

    E lei dice proprio non obblighiamo i figli delle classi alte a fare la scuola del sapere perché è più chic e non costringiamo i figli delle classi inferiori a fare quella del fare...seguiamo le loro inclinazioni...Che sogni!

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