L'uomo che piantava gli alberi - Jean Giono (1953)

Ieri ci siamo concessi mezzora di lentezza e serenità. Abbiamo guardato il film de "L'uomo che piantava gli alberi": trenta minuti di lettura del testo di Jean Giono, da parte di Toni Servillo, con lo scorrere sullo schermo di immagini suggestive e particolari che si fondevano l'una nell'altra e che sapevano seguire il senso della storia.
Una storia bellissima, romantica, poetica e ricca di speranza e ottimismo. E' anche un invito a contribuire a migliorare il mondo anche quando ci sembra di essere solo una goccia nel mare.
Che meraviglia!
Devo ringraziare Emanuela, de "Il bosco dei 100 sogni", è stata lei a parlarne con entusiasmo.

Nel dvd che abbiamo preso in biblioteca c'è anche la spiegazione scientifica del racconto, ed è un completamento perfetto alla storia, un aiuto alla comprensione e uno stimolo in più per i bambini.
Il film di Frédéric Back ha vinto l'Oscar come miglior film d'animazione del 1988.
Jean Giono scrisse questa storia nel 1953.
Potrei raccontarvelo e vorrei raccontarvelo ma vi toglierei il piacere di vederlo, con calma, silenzio e accettazione, perché...
"Gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio in altri campi oltre la distruzione".
Questo è il film che si trova ormai dappertutto in rete, penso che lo comprerò molto presto ed entrerà anche nei regali di Natale:




"Il lavoro calmo e regolare, l'aria viva d'altura, la frugalità e soprattutto la serenità dell'anima avevano conferito a  quel vecchio una salute quasi solenne."

"Quando penso che un uomo solo, ridotto alle proprie semplici risorse fisiche e morali, è bastato a far uscire dal deserto quel paese di Canaan, trovo che, malgrado tutto, la condizione umana sia ammirevole. "

LA TRAMA

Di questo testo ho già parlato nel mio blog ma qui vorrei comunque mettere la trama perché questo blog è nato proprio per questo: scrivere le trama che altrimenti dopo breve tempo andrebbe dimenticata.

Mi sto infatti rendendo conto che da quando è nato questo blog, la mia memoria è aumentata, ogni tanto rileggo quello che ho scritto e ripenso al libro, riesco così a mantenere un rapporto più saldo con i testi letti.

"L'uomo che piantava gli alberi" è una storia inventata anche se è così precisa e dettagliata che potrebbe sembrare vera, e forse potrebbe essere vera, perché ci sono le basi scientifiche perché lo sia.
Ha fatto un bel lavoro l'autore: ha raccontato una storia di speranza facendola sembrare realmente accaduta.

Il protagonista del libro sta camminando per le alture dentro la provenza, quando la vegetazione lascia il posto ad aridità e ad un deserto senza alberi, qui vivono pochissime persone e sono tutte povere e arrabbiate, infelici e portate alla violenza e alla chiusura.
Alla ricerca di un po' d'acqua per dissetarsi il protagonista incontra un pastore solitario e silenzioso che lo accoglie in casa sua, lo nutre e lo ospita con semplicità e silenzio.
Quest'uomo raccoglie ghiande, le seleziona e poi le pianta. Ne pianta 100 ogni giorno, mentre le pecore pascolano, lui con un bastone di ferro, pianta querce nel terreno. Sta anche provando a far crescere dei faggi e delle betulle. E' attento al terreno e fa esperimenti per vedere che tipo di alberi sia più adatto al posto.
Di tutte le ghiande che pianta poche sopravvivono: a causa degli animali e delle avversità naturali.
Scoppia la prima guerra mondiale ed il protagonista è arruolato. Quando torna vuole subito andare a trovare il pastore, Elzéard Bouffier: lo trova ancora in perfetta forma e che continua nel suo lavoro. C'è un cambiamento però: siccome le pecore mangiavano le piantine ha cambiato lavoro, adesso fa l'apicoltore, le api, del resto, sono i migliori impollinatori e insieme alle piante, i migliori alleati per far crescere e prosperare la vegetazione. Infatti quello che il protagonista trova sono tantissime piante alte più di lui che crescono rigogliose.
Scoppia un'altra guerra, c'è bisogno di legname, molte piante vengono tagliate ma fortunatamente non troppe, il pastore è però da un'altra parte che continua a fare il suo lavoro con cura e meticolosità.
Arriva una delegazione che vuole salvaguardare la zona perché è un miracolo la nascita di una foresta così naturale. Nessuno sa che è merito di Elzéard. Un amico del protagonista, guardia forestale, sensibile e fidato, viene informato della cosa ma manterrà il segreto.
Con la nascita della foresta si riempiono anche i ruscelli, secchi da anni, la gente torna a riabitare i paesi abbandonati, si sistemano le case, si iniziano a coltivare i campi, con il verde e l'acqua non sembra più lo stesso posto ma neanche la gente non è più la stessa: nuove famiglie, bambini che giocano. L'area è rinata.
Tutto questo grazie a un solo uomo che dopo le disgrazie della sua vita ha saputo trovare un modo silenzioso e discreto per migliorare il mondo. Giorno per giorno, ghianda dopo ghianda, ha fatto un miracolo, dimostrando che "Gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio in altri campi oltre la distruzione".

Storia meravigliosa e magica.

Qui alcune note.

Titolo originale: L'Homme qui plantait des arbres


Commenti

  1. Mi fa molto piacere che sia piaciuto anche a voi. Io mi ero limitata al libro, non sapevo dell'esistenza del film, ma letto il tuo commento così positivo allora ... colmeremo questa mancanza.
    Grazie a te, e buona settimana

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  2. Non lo conoscevo, ma mi hai incuriosita molto.
    p.s.: ... :-) ti stavo giusto per scrivere che era uscito il seguito de "I giorni del tea e delle rose" ma mi hai preceduta con un commento... :-) Ti vado a leggere.

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  3. Non sapevo del film, il libro però mi è piaciuto molto, conferma quanto scrivevo su Rimbocchiamoci le maniche: ognuno può fare qualcosa senza necessariamente aspettare che qualcuno dall'alto prometta cambiamenti che non si realizzeranno mai. L'ho anche regalato, grazie di avermelo ricordato, lo terrà presente per i regali del prossimo natale...

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  4. Ho il libro ma non l'ho ancora mai letto :-)

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  5. Leggilo Daniela, penso ti farà bene in questo periodo!

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