Un Karma Pesante - Daria Bignardi (2010)

"Che generazione la mia: a quarant’anni siamo ancora lì a pensare al male che abbiamo fatto o ci hanno fatto mamma e papà. Mi viene in mente la nonna Augusta, che ha allevato mio padre da sola. A quarant’anni era vecchia, serena e saggia."


Daria Bignardi mi piace, mi è sempre piaciuta. E' vero ha fatto il "Grande Fratello", ma all'inizio quando era ancora una novità e non si sapeva dove avrebbe portato, si è fermata in tempo.
Avevo già apprezzato "Non vi lascerò orfani" il suo primo romanzo-biografia.
Posso dire che questo ultimo lavoro "Un karma pesante" è stato piacevole da leggere: scorrevole, si legge in poco tempo, non annoia, tiene sempre viva l'attenzione. 
Le frasi sono un po' troppo brevi ma corrette, la scrittura è a tratti "infantile", sembra proprio scritto da una ragazza.
Terminato questo romanzo mi è rimasta in corpo una strana gioia di vivere e una lucidità nel valutare i miei rapporti (ho pensato a mio marito, alle mie figlie e alla mia famiglia d'origine con la quale condivido una parte importante della mia vita) e ho provato sensazioni positive: un incoraggiamento ad osservare tutto il bene che mi circonda.
Questo è l'effetto che ha fatto a me perché il libro non "insegna a vivere", racconta solo una storia o forse sembra che racconti solo una storia...
Un'altra reazione al libro è la voglia che si fa sempre più forte di visitare Londra, di starci un po' di tempo. E anche quella di fare una bella gita a Venezia, magari con il treno, come faceva la protagonista.
"Non c'è arrivo in treno più bello che a Venezia: dal finestrino di destra vedi i traghetti, da quello di sinistra le isolette minuscole, i motoscafi, le piccole barche di legno, la distesa d'acqua che abbraccia tutto."


LA TRAMA COMPLETA
Questo romanzo racconta la storia della vita di Eugenia, saltando continuamente nel tempo: dal presente al passato, dal passato al presente, in modo abbastanza chiaro senza che il lettore ne resti disorientato.
"La strada più veloce mi è sempre sembrata la più giusta. Anche adesso, se decido di appendere un quadro e non ho in casa il chiodo adatto, piuttosto che rimandare uso un chiodo sbagliato, per fare tutto prima che mi passi l’ispirazione."
Eugenia ora è una regista ammirata e premiata di film d'autore e vive con il marito Pietro e le due figlie Rosa e Lucia. Ama molto le sue figlie, va più d'accordo con Rosa perché è più mite mentre Lucia le sembra molto, quindi il rapporto è più complicato. Il rapporto con il marito è burrascoso e contraddittorio, sono due caratteri diversi, non si prendono ma si vogliono bene.

Bovindo - la stanza di Eugenia a Londra
aveva un bovindo, che io adoro!!!
"Lisa mi dice subito quello che voglio sentirmi dire: "Cosa ci litighi a fare con Pietro? Tanto hai ragione tu. Abbiamo sempre ragione noi: siamo più intelligenti. Ma conta qualcosa avere ragione? Non conta niente. Perché sprechi il tuo tempo a litigarci? Cosa stai male a fare?
"Perché non posso farne a meno. Mi sta sulle palle."
"Lui ha torto, ma è migliore di te. Ti ama e c'è sempre. Lui non ti ha mai detto "lasciamoci", non ti ha mai messo in dubbio come fai tu. Non lo sopporteresti se ti dicesse quello che tu gli dici. Ti è chiaro, questo?"
"Sì, però..."
"Ecco, allora piantala, e ringrazia che hai trovato un santo che ti vuole bene. Adesso devo salutarti, che Ettore ha cucinato il fegato alla veneziana e sto per vomitare."

Daria Bignardi
Eugenia ha vissuto molto male il rapporto con i genitori ma ha sofferto comunque molto la morte del padre, avvenuta che lei aveva vent'anni, e della madre, quindici anni dopo, con la quale sperava di costruire un rapporto migliore. Eugenia da ragazza ha conosciuto il mondo della droga molto da vicino, fidanzata con un tossicodipendente di eroina, che amava molto e che è morto a poche settimane di distanza da suo padre. Lei però l'aveva già lasciato e si era trasferita a Londra, dove si era ben ambientata, aveva trovato un lavoro che le piaceva e che faceva bene. Tornata in patria per star vicino al padre morente, si è poi trasferita a Milano e ha iniziato a lavorare in pubblicità dal gradino più basso. Per puro caso ha provato a girare uno spot a costo zero per un cliente per cui aveva simpatia ed è stata premiata. Ha deciso, su due piedi, di lasciare l'agenzia che l'avrebbe promossa e partire per New York dove si è innamorata di un uomo che poi l'ha tradita e quindi è tornata in Italia con un'idea da realizzare a cui ha lavorato con assiduità: un documentario sull'eccesso del bere. E da qui la sua carriera è decollata, con un impegno intenso. Al premio per il suo film più amato ha incontrato Pietro, l'uomo con cui ha desiderato avere due figlie e che poi ha sposato, continuando a fare il suo lavoro con abnegazione fino al momento in cui la conosciamo: distrutta dallo stress.
"E se metto tutto a posto e poi muoio? Se quando muoio trovano le pareti dipinte e l’armadio in ordine, cambia qualcosa? Amo di meno mia madre perché ha lasciato i maglioni appallottolati nei cassetti?No. Semmai di più.""
Si prende una vacanza di immobilità, viene investita da un autobus, si rilassa in ospedale e per un po' non lavora. Capisce che si possa apprezzare quella vita ma lei non ci riesce. Anche se, in realtà. Eugenia ha la tendenza a non essere mai pienamente soddisfatta. Comunque la pausa le ha fatto bene, perché è pronta a ripartire per chissà quale progetto.
"Molte paure – grandi e piccole – possono avverarsi prima o poi, ma la maggior parte delle volte non fanno male come temevi." 


PS. Niente foto giornaliere ultimamente perché si stanno susseguendo problemini di salute in tutta la famiglia........ Ricomincerò!!!

Commenti

  1. mi e' venuta voglia di leggerlo...
    anche a me lei piace...la stimo anche di piu' dopo che ha messo a suo posto brunetta!
    ciao
    elena
    sto leggendo the happiness project...ne avevi parlato tu vero?

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  2. Ottimo consiglio per quando riprenderò possesso del mio tempo...

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  3. Spero nessun problema grave...
    Ma non hai ricevuto le mie mail? :(
    Un sorriso e buone feste!

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  4. non ho mai letto questo libro ma vedro di trovarlo mi hai incuriosita

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  5. Confesso di conoscere Daria Bignardi per le sue "invasioni barbariche" ma non ho letto niente di suo, la trama sembra interessante, darò una occhiatina in biblioteca...
    Spero che i problemi di salute in famiglia siano solo mali di stagione...con questo freddo!
    A presto!

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  6. Che succede: tutti a letto con l'influenza? Auguroni! (In tutti i sensi)

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