Ogni mattina a Jenin di Susan Abulhawa

Ci tenevo a leggere "Ogni mattina a Jenin" dopo aver letto "Storia del conflitto
israelo-palestinese" perché volevo che i fatti storici, presenti e importanti nel romanzo di Susan Abulhawa, non scivolassero via, volevo avere una consapevolezza maggiore nel leggere questa storia drammatica.


"Ogni mattina a Jenin" è un aiuto a comprendere. Purtroppo per anni i palestinesi ci sono stati proposti come terroristi e, come sempre, è solo chi va oltre le notizie riportate dai mass media, che riesce ad avvicinarsi un po' più alla realtà. Questo libro sarebbe davvero utile per tutti coloro che non capiscono cosa sia successo in Palestina, per quelli che giudicano e parlano senza sapere.

A parte la questione storico-sociale è anche un bel romanzo perché tiene legato il lettore alla storia e lo porta ad affezionarsi a tutti i personaggi. Fa parte del filone "disgrazie" che tanto piace ai lettori. 
Io l'ho amato perché le disgrazie sono un modo per raccontare la realtà di quella terra e di quelle persone costrette con la forza a lasciare le proprie case, la propria vita semplice, i loro villaggi, la loro solidarietà, il loro modo di vivere a contatto con la natura, il loro attaccamento a Dio. Tra l'altro, leggendo certe vicende, certe preghiere, certi modi di pensare, spesso si ha la sensazione di non essere in Palestina ma in qualsiasi luogo d'Italia in cui si coltivava la terra.

Ho pianto sì, di rabbia, di dispiacere, di incredulità. Mi riesce sempre più difficile accettare questo mondo contorto, distorto, cattivo...

Ti hanno uccisa e sepolta nei titoli dei loro giornali, madre. Come posso perdonare, madre? Come può Jenin perdonare? Come si può portare questo fardello? Come si può vivere in un mondo che volta le spalle a questa ingiustizia da così tanto tempo? E' questo che significa essere palestinesi, madre?

Titolo originale: Mornings in Jenin (2006), traduzione di Silvia Rota Sperti

Le mie note.

Commenti

  1. Io lessi anni fa una "graphic novel" di Joe Sacco, un reportage a fumetti di alcuni suoi viaggi in Palestina. Mi colpì molto.

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