I TROPPI LIBRI - Gabriel Zaid (2005)

Il libro è interessante soprattutto per le numerose citazioni e perché esalta il valore del libro. Purtroppo è un po' ripetitivo ma soprattutto inevitabilmente datato in quanto non può tener conto della nascita dell'Ipad e della crescita degli E-book.

Nel 1450 venivano stampati 100 titoli all'anno, nel 1950 250.000 mentre nel 2000 1.000.000.
Della maggior parte di questi libri ne vengono stampate tremila copie che bastano per coprirne il costo.
Il libro è economico, molto più economico di tutti gli altri mezzi, come film (il numero di film prodotti non corrisponde al 1% dei libri), televisione, giornali, etc.
L'autore sostiene che questo è un enorme vantaggio: perché permette un'enorme varietà che gli altri mezzi non possono dare.

Dice che questa moltitudine può causare un senso di smarrimento perché  è umanamente impossibile leggere tutto quando viene pubblicato, quindi, tra un po' ci saranno più scrittori che lettori, anche perché non tutti gli scrittori leggono.
"Che importanza ha quanto siamo colti e aggiornati, o quante migliaia di libri abbiamo letto? Ciò che importa è, come ci sentiamo, come vediamo le cose, quello che facciamo dopo aver letto; se la strada e le nuvole e l'esistenza di altre persone ci importano oppure no; e se leggere ci rende, fisicamente, più vivi."
Ma i libri sono vari e per vari interessi e non tutti i lettori hanno i medesimi interessi, pubblicare tanti libri soddisfa molti lettori.

Mi è molto piaciuto anche il discorso su Socrate che non amava i libri. "Grazie ai libri, sappiamo che Socrate diffidava dei libri. Comparati alla conversazione, giudicava che mancassero di qualcosa. Disse a Fedro che scrivere è una simulazione del dialogo, che può sembrare un aiuto alla memoria, alla conoscenza e all'immaginazione, ma che, in ultima analisi, è controproducente. La gente vi fa affidamento e rinuncia a sviluppare la memoria, la conoscenza o l'immaginazione. E, quel che è peggio, inizia a credere di sapere le cose per il fatto di possedere dei libri."

L'invito dell'autore è quello di "continuare la nostra conversazione con modalità diverse" ma non interromperla. Sostiene l'autore che ci sono vari tipi di lettura e non tutti portano alla conversazione.
Sostiene inoltre che abbiamo scelto di leggere sempre meno: "Davanti alla scelta di avere tempo o di avere delle cose, noi abbiamo scelto le cose."
E quindi spesso ci sono persone che mostrano o possiedono grandi opere (fossero opere di classici della letteratura oppure una collezione completa di cd di Mozart, che possono essere acquistate a poco prezzo rispetto ai quadri di grandi autori) però non le fanno proprie, sono in mostra. "Oggi è più facile acquistare tesori che concedere loro il tempo che meritano".

L'ultima parte del libro è, secondo me, più tecnica e ripetitiva, l'ho apprezzata meno.

L'autore non parla del "costo ecologico" di stampare tanti libri.

Commenti

  1. Grazie per la tua recensione, Alchemilla.
    Mi piace proprio l'idea che Socrate preferisse la conversazione ai libri. Sarà perché anch'io nel mio piccolo prediligo di gran lunga quando mi parlano o mi raccontano una cosa piuttosto che leggerla.
    Sul fatto della scelta tra il possedere cose o tempo non mi rivedo invece nel ritratto che fa Zaid. A me di possedere "cose" non importa nulla mente sono costantemente affamata di tempo. E' proprio la "fame di tempo" che mi scoraggia dalla lettura di tanti libri.
    Sai che ti dico? Per esempio, invece di investire quel mesetto che mi costerebbe la lettura del libro di Zaid, mi faccio bastare la tua più che soddisfacente recensione. :-)

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  2. E' un riassunto molto semplice e ristretto ma fai bene a fartelo bastare così ti dedichi ad altre letture!

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