Il quaderno di Maya - Isabel Allende (2011)

Mi piace viaggiare con la fantasia guidata da un libro, sentirmi in quei luoghi, immaginarli e pensarli credendo di averli visti realmente, come in un film. Però mi piace anche cercare le fotografie in internet per confrontare la mia immaginazione con la realtà (e mi piacerebbe anche partire ogni volta che termino un libro che mi ha appassionato...).
"Il quaderno di Maya" di Isabel Allende è un viaggio in vari sensi: un viaggio geografico nelle isole Chiloé del Cile e a Berkeley in California, un viaggio storico nell'immancabile storia del Cile con il golpe di Pinochet e le sue violenze ma è soprattutto un viaggio nella vita di Maya Vidal nelle sue cadute e nella sua fortuna per aver incontrato sulla sua strada soprattutto persone meravigliose, è quindi anche un viaggio sociale nella tragicità delle dipendenze. I personaggi di questo romanzo sono indimenticabili, come indimenticabile è il dramma di chi vive ai margini della società, il
dramma della droga che in questa storia si sente fortissimo.
Chiloé, isole del Cile, in cui è ambientato il romanzo
Isabel Allende è un'autrice che amo ma che, incomprensibilmente, ho letto poco rispetto a quanto ha scritto. La Allende scrive con rigore e con precisione, descrive i luoghi fino a farteli vedere, secondo me è un po' troppo sbrigativa nel raccontare le vicende storiche che sostengono i suoi romanzi, sembra non voglia renderla troppo invadente ma ha bisogno di dire molto...
Era un po' che non leggevo un vero romanzo, appassionante, lungo, che mi tenesse con il fiato sospeso e mi costringesse a leggere fino a tarda notte.

"Un dolore così, dolore dell'anima, non si elimina con medicine, terapie o vacanze; un dolore così lo si soffre, semplicemente, fino in fondo, senza attenuanti, come è giusto che sia."

LA TRAMA
Maya è stata abbandonata dalla madre, il padre è pilota d'aereo e non se ne cura, vive con i nonni che adora e da cui è adorata e viziata, da entrambi in maniera diversa. Sono due persone splendide i suoi nonni che lei chiama il suo Popo e la sua Ninì. (Il libro è scritto in prima persona, proprio come un diario in cui Maya raccoglie pensieri e avvenimenti e  alterna la sua nuova vita nell'isola di Chiloé al suo passato prima di bambina felice ed amata e poi di adolescente distrutta). La sua vita cambia in maniera repentina alla morte del nonno, Maya cadrà nella trappola della droga, verrà rinchiusa in un collegio di correzione in Oregon ma fuggirà e per un serie di drammatici eventi finirà a Las Vegas in situazioni di dipendenza, violenza e pericolo. Ma insieme a questi eventi terribili, Maya incontrerà anche la fortuna di persone che la aiutano incondizionatamente: Freddy, il bambino tossico, che la salverà e l'infermiera Olympia che l'aiuterà, insieme ad altre donne, nel periodo più tremendo delle crisi di astinenza, l'amico di sua nonna Mike e sua nonna che la obbligherà a lasciare gli Stati Uniti in fuga dalla mafia per rifugiarsi in un isola sperduta del Cile.
E in quest'isola altri personaggi amorevoli come Manuel e Blanca ma come molti abitanti dell'isola, come l'isola stessa, fredda e sempre verde, con le sue superstizioni, la sua inaffidabilità e la sua generosità.
Maya conoscerà anche l'amore, anche se ne soffrirà, sarà comunque l'occasione di provare a superare le violenze e i soprusi subiti. 
"La felicità è saponosa, scivola via tra le dita e invece ai problemi ci si può attaccare, offrono un appiglio, sono ruvidi, duri."
Ho riassunto brevemente, provata da una lettura intensa e anche notturna..."Il quaderno di Maya" è un romanzo che si lascia leggere, che appassiona, che a volte deprime ma altre dà fiducia. Isabel Allende merita il successo che ha.

Titolo originale: El cuaderno de Maya

Commenti

  1. Anch'io sto leggendo "Il quaderno di Maya" e come te, lo trovo coinvolgente, è una bella storia di redenzione e di speranza...

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  2. mmmh, io non ho letto tutto il post, perché mi piace molto Isabel Allende e voglio una sorpresa! Ritorno dopo la lettura del romanzo! :)

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  3. Aspettavo una recensione di questo libro!
    Isabel Allende mi piace molto.
    Grazie!
    Un abbraccio
    Catia

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  4. L'ho appena finito anch'io! I libri della Allende finora li ho letti tutti, anni fa ero una fan appassionata, mentre gli ultimi mi hanno un po' delusa e un paio li ho addirittura interrotti... Ma mia mamma continua a comprarmeli appena escono e io cerco di leggerli, anche per affetto verso l'autrice. La storia di Maya è il classico libro che avrei adorato durante l'adolescenza (più le protagoniste erano scapestrate, disgraziate e avventurose, più le amavo! forse perché io ero condannata a essere la brava ragazza...), ora la scrittura l'ho trovata "leggera" e la trama a volte un po' troppo semplicistica, però ammetto che me lo sono letta volentieri, è stato il romanzo perfetto per le vacanze, quelli che ti distraggono e ti portano altrove mentre sei sotto le coperte, prima di dormire.
    Ma sai che non avevo pensato a googlare Chiloè? Che sopresa vederla in foto nel tuo post!

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  5. Sì anche a me è piaciuto per quello che dici, un viaggio in un mondo che non mi appartiene. A volte ci vogliono anche libri poco impegnativi ma appassionanti, almeno a me!

    Io sono fissata con cercare le foto dopo aver letto il libro, ma solo alla fine!

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  6. Non ho letto questo libro della Allende ma hai riportato una frase bellissima e amaramente vera:"La felicità è saponosa, scivola via tra le dita e invece ai problemi ci si può attaccare, offrono un appiglio, sono ruvidi, duri." Chi di noi può dire che non è così? Tutti abbiamo provato quanto scivola via rapida e silenziosa la felicità, tanto rapida che quasi non ricordi se l'hai posseduta davvero. Le asperità dei problemi offrono talmente tanti appigli che fanno compagnia a lungo, e, a lungo, a volte per sempre, te ne ricordi.

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  7. Dopo una lunga teoria di romanzi assolutamente imperdibili, con un linguaggio raffinato ma nel contempo lieve e mai pretestuoso, ricco di similitudini e allegorie incredibilmente riuscite, parto di una mente davvero geniale, e storie di vite che fanno sognare di esserne i protagonisti, anche le più "difficili", non riesco a capacitarmi di come gli ultimi romanzi della Allende siano diventati,a mio parere, così scarsi di contenuto e privi del magnifico tratto di penna che contraddistingue la sua precedente opera letteraria(che ho letto per intero). Dov'e finita la Isabel delle imponenti saghe familiari, di Eva Luna, di D'amore e ombra o dei commoventi romanzi autobiografici ecc.?

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    1. Non so che dire perché a me questo libro è piaciuto e anche Ritratto in Seppia che ho letto lo scorso anno, per il resto era parecchio che non leggevo la Allende, forse da La Casa degli Spiriti...

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  8. ciao
    e' un secolo che non passo di qua...perdonami!!
    Ho appena finito di leggerlo...la mia recensione e' positiva...ma alquanto scarna rispetto alla tua che trovo centrata!
    Non trovo che sia un capolavoro ma ho ritrovato in parte la "grande" Allende che mi aveva deluso con L'isola in fondo al mare
    Il mio preferito e' D'amore e d'0mbra letto una vita fa. (forse il palato allora era diverso...meno esigente) ..mi ricordo anche un film con Banderas e Jennifer Connelly assolutamente rispettoso del romanzo
    un saluto...caldoooooo ma caldooooo
    elena

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  9. ciao! ho trovato per caso il vostro blog... ho finito di leggere questo libro qualche settimana fa, commento più che positivo! lettura leggera, non avevo voglia di un libro troppo complesso,ma per nulla banale.
    Mi sta ritornando nella mente una citazione.... dovrebbe essere nella parte in cui Maya parla con Popo della morte, verso la fine della sua malattia... lui le dice qualcosa tipo "promettimi che ti vorrai bene quanto te ne voglio io"... qualcuno che ha la lettura più "fresca" mi conferma?
    chi vuole contattarmi, per la citazione ma anche per parlare di libri, l indirizzo mail è tt_lela@libero.it

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    1. Purtroppo non me la ricordo...E il libro l'avevo preso in biblioteca e non posso consultarlo! Se mi venisse in mente...

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