Aria di Sonya Hartnett

Divorare libri, come sto facendo in questo periodo, non è una buona cosa perché non lascia abbastanza spazio alle riflessione, non rimane tempo per rielaborare e, anche se si viene colpiti da quanto si legge, si rischia di perdere in fretta le tracce che quelle parole hanno lasciato in noi e di non poter approfondire quanto si vorrebbe!

Forse quando si ha bisogno di leggere in modo così frenetico si dovrebbero scegliere romanzi divertenti e leggeri, che aiutino a passare il tempo senza impegnare troppo il pensiero.
Invece mi sono impegolata in una serie infinita di fatiche che avrei potuto diluire in un anno!
Adesso sono qui stanca, è passata mezzanotte, ho appena chiuso un libro emotivamente molto impegnativo ma mi preparo già ad aprirne un altro...

Eccomi con Aria di Sonya Hartnett, un'apprezzata e premiata autrice australiana di libri per ragazzi che si cimenta in un libro che, pur parlando di ragazzi, non è rivolto a loro.
E non è proprio rivolto a loro.
Questo romanzo mi è sembrato interessante per la prima parte, un po' prolungato nella seconda ma ha perso tutta la mia stima nelle ultime quattro righe.
E vi svelo il finale: la madre, senza accorgersene, uccide il figlio di quattro anni perché è matta.
Ma in tutto il mondo quante sono le madri che uccidono un figlio? Pochissime, soprattutto in proporzione a tutte quelle che non lo fanno. E perché quest'autrice ha sprecato la possibilità di un bel romanzo che sviscerava le fatiche e i dolori di un'adolescente che non si accetta per un finale "ad effetto"? Ma che senso ha?
Mi era già capitato con quello che ricordo come un bellissimo romanzo, Un giorno perfetto di Melania Mazzucco, che avrei gettato nel mare nel finale.
Perché ci vogliamo impaurire? 
Perché questi continui moniti sul potenziale male che c'è in ognuno di noi?
Ma serve a qualcosa tutto ciò? Serve a scacciare questo male?
O è solo un assurdo compiacimento?

E allora dico no a questo libro. Anche se Plum è una ragazzina singolare che non avrebbe dovuto essere oscurata dal gesto di Maureen sul finale. Sarebbe stato un buon romanzo. E per molti lo è comunque. Io non capisco come si possa accettare questo compiacimento sul male.
Io non ci sto.
"Comunque Plum è sempre più convinta che una madre e un padre non abbiano diritto ai sentimenti.

Un genitore dovrebbe essere una persona allo stesso modo in cui una porta è una porta, un po' com eil robot di Perduti nello spazio: dà affetto, porta a casa i soldi e fa le pulizie senza lasciarsi distrarre dai desideri e dai bisogni. L'unica cosa che in un genitore realmente conta è l'esistenza del figlio. Se mai i suoi hanno avuto quattordici anni ormai li hanno passati da un pezzo, e hanno passato da un pezzo l'età in cui l'essenziale è la propria vita. Ma anche a quattordici anni è impossibile che abbiano avuto i problemi atroci che ha lei."

Titolo originale: Butterfly (2009), traduzione di Giuseppina Oneto

Commenti

  1. Non conosco il libro ma mi è piaciuta molto la tua recensione bella schietta e il cui punto di vista comprendo e condivido! Io di solito mi arrabbio perché nei periodi che leggo troppo poi se ripenso alle trame non mi ricordo più nulla!!!!!! In un certo senso rammento oihmé i libri più brutti trascinati per le lunghe che quelli belli divorati in breve tempo... che ingiustiziaaaa

    RispondiElimina
  2. Oltre mezzanotte? Come fai? Io crollo dal sonno già alle 10 e mezzo! Sui libri poi....

    RispondiElimina

Posta un commento

Iscriviti per ricevere la risposta.

Post più popolari